Abbazia di san Lorenzo

 Thadea, La figlia segreta di Carlo V; il sito della Fondazione Guglielmo Giordano, a firma di Andrea Margaritelli, narra la vicenda di Thadea e il suo legame con l’Abbazia di san Lorenzo in Collazzone.

L’abbazia benedettina di san Lorenzo sorge nell’omonima località, non lontana da Colle di san Giovanni, sul quale si trovava una precedente chiesa: san Giovanni al Monte. Probabilmente l’intero territorio apparteneva all’Ordine cavalleresco dei Templari dei Cavalieri di san Giovanni.

Il corpo monastico di san Lorenzo nasce come abbazia benedettina e si trova citato per la prima volta in documenti del 1277, quando Oddone di Pietro dona all’abate Guglielmo alcuni appezzamenti di terreno in questa località.

Le vicende storiche del complesso e della chiesa qui presente sono legate alla vita del beato Simone da Collazzone, seguace di san Francesco e di Jacopone da Todi che qui si ritirò e probabilmente vi morì nella notte del Natale del 1306.

La chiesa annessa all’antica abbazia presenta una struttura semplice in stile romanico, ma di grande effetto, suddivisa in tre navate e coperta da capriate e tetto ligneo.

Di più antica costruzione è la cripta romanica, una volta molto più estesa, che, nonostante alcune modifiche del XVII secolo, conserva l’impianto originario con le volte a crociera e sottarchi che si dipartono dalla colonna centrale in travertino.

All’interno della chiesa una lapide duecentesca di pregevole fattura, ricorda la sepoltura della contessa Matilde, morta nel 1240, moglie del conte Todino di Collazzone, madre del beato Simone, di Emilia, badessa del convento delle clarisse che qui si collocò per volere del beato Simone, di Elisabetta anch’essa terziaria del convento, con un nipote nell’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri di san Giovanni.

Alle vicende del luogo, a partire dalla donazione da parte del vescovo di Todi nel 1235 ai frati minori francescani, al successivo insediamento delle Damianite (clarisse) ed al definitivo abbandono del luogo da parte delle stesse per le numerose insidie portate dalle bande armate delle opposte fazioni papali ed imperiali avvenuto nel 1370, seguirono secoli di incuria e depredazione fino all’età napoleonica, quando tutto il complesso passò in mani private nel 1806. Della chiesa la famiglia proprietaria ebbe lo juspatronato al quale rinunciò nel 1844 a favore del frate eremita francescano di origine francese, fra Carlo di Neustria e successivamente di un altro francese convertitosi dal protestantesimo, in cerca di solitudine e meditazione, Carlo Letterier, per poi ritornare al patrimonio ecclesiale.

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