Chiesa dei SS. Pietro e Paolo in Ceralto

Piccolo castello sito nel Comune di Gualdo Cattaneo, il nome Ceralto richiama al culto di Cerere, dea romana dell’agricoltura, ma considerando meglio la posizione geografica, l’ambiente naturale della quercia e del cerro e la dizione popolare di «Cerralto» si ha ragione di avanzare altre ipotesi circa l’origine del toponimo. Scenario di lotte tra le città di Todi e Perugia, Ceralto fu da quest’ultima distrutto nel 1311. Dopo un periodo, in cui alternativamente soggiacque ora all’una ora all’altra, il castello rimase a lungo sotto il dominio tuderte. Ne fa ancora fede lo stemma con l’aquila sovrapposto alla porta d’ingresso.

La chiesa castellana, ex parrocchiale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, con il campanile in mattoni impostato su uno dei torrioni in pietra del castello, è dotata di un piccolo impianto, dalla forma irregolare, con doppio accesso laterale. La navata, intonacata e completamente decorata, è coperta a falde sorrette da una singola capriata; all’abside, voltato a botte e fuori asse rispetto all’aula, corrisponde sul lato opposto, privo di aperture, una cappella con simili caratteristiche. L’altare maggiore, in muratura stuccata e decorata come l’unico altare laterale, è sormontato da una macchina barocca. Intonacate si presentano anche le pareti esterne d’accesso alla chiesa, al contrario delle restanti, in blocchi di pietra arenaria a vista; in particolare, il prospetto laterale utilizzato come ingresso principale, al quale si giunge percorrendo una lunga gradinata esterna, è caratterizzato da un rosoncino in terracotta sovrastante il portone ligneo; alla sua sinistra, di spigolo, il torrione in pietra, già ricordato, sul quale è impostato il campanile.

Lungo la via Perugina, di fronte all’incrocio che ora permette l’accesso al castello, nei pressi dei pochi resti della Chiesa della Madonna del Soccorso, adibiti oggi a monumento ai caduti, si trova una piccola cappella votiva realizzata in pietra, coperta a capanna con travi lignee e chiusa da un cancello in ferro battuto, dedicata appunto alla Madonna del Soccorso, eretta a protezione della nicchia, voltata a botte, sulla parete di fondo, affrescata con un’immagine della Madonna con il Bambino. Ai piedi dell’affresco, probabile opera di Bartolomeo da Miranda, una scritta in caratteri gotici riporta la data 1450; sulla volta l’Agnello Pasquale e alle pareti San Sebastiano, sulla sinistra, Sant’Antonio Abate e San Michele Arcangelo, sulla destra. L’interno è intonacato e tinteggiato, ad eccezione della parete su cui si trova l’affresco, in pietra a facciavista come le superfici esterne.

[Fonte principale: http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/]